domenica 4 ottobre 2009

numeri in liberta'

e meno male che han costretti orecari della scuola a riempire la stessa piazza, sai che figura senno'

da Il giornale

"Repubblica" e "L’Unità" s’inventano 300mila presenze. A Roma va in scena la propaganda dell’opposizione: un mare di bandiere Cgil. Il Pd invita la folla alle primarie, la De Gregorio distribuisce copie del suo giornale.

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Un mare di bandiere, palloni e palloncini rossi della Cgil. Un bel pacco di bandiere del Pd, stagni di bandiere dipietriste. E un oceano di cappellini rossi targati Unità o Cgil. Concita ha nuovamente fregato il compagno/amico Menichini, a regalar giornali tra la folla ci sono soltanto i suoi strilloni e quelli di Repubblica. L’altro giornale del Pd, Europa, non si vede: forse teme davvero la censura. Potevano mancare gli striscioni dell’Anpi, «ora e sempre resistenza»? C’è uno striscione bianco imperioso: «Terremoto in Abruzzo - il buco dell’informazione»: oddio, è stata censurata anche l’informazione dall’Aquila e non ce ne siamo accorti. A reggere lo striscione dei «farabutti di Raitre» hanno mandato gli ascari: i mezzibusto, i Mannoni, le Venditti, i Sassoli e i Vianello sono tutti nel recinto vip del palco. Sventola qualche bandiera dei giovani repubblicani: forse anche Nucara se ne vuole andare come La Malfa. C’è lo striscione di Emergency, quello di Sinistra Critica, la Fiom, l’Arci, la Federconsumatori. La Cgil di Lugo di Romagna agita fiera i suoi cartelli, come i pensionati Cgil di Osimo, del resto. Quelli della IV Internazionale se ne fregano dell’informazione negata e del guinzaglio, con un lenzuolone rosso grande come Porta del Popolo vanno al sodo chiedendo che «governino i lavoratori».
Suona l’Orchestra di piazza Vittorio e piazza del Popolo balla: rumba, samba, vai col tango. Sono le 15.20 e il sole picchia. Meno male che hanno i cappellini di Concita e di Epifani, anch’egli nel recinto dei panda, però ridente e soddisfatto. Nella folla prevalgono gli accenti toscani ed emiliani. Gran bei pullman, ha organizzato la cinghia di trasmissione. Dal palco annunciano che son 150mila, poi 200 e infine 300mila. Come sempre, gli organizzatori sono presi dalla vertigine dei numeri, ma questa piazza quando è colma ne tiene 60mila. Che non son pochi, per una manifestazione organizzata da giornalisti liberi e resistenti, che però son racchiusi tutti quanti nel backstage. [continua]

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