martedì 24 febbraio 2009

al Pedro invece pensano eccome

al Pedro pensano pensano, ma dicono solo cazzate.

Gente cosi' ce n'e' sempre stata per carita', ma che vadano in giro a far danni mi pare eccessivo.
solo per manuntenere i muri, leggo sempre dal Gazzettino, si spendono 30mila euro l'anno, allora dico, vuoi sporcare i muri, dammi 30mila euro.

dal Gazzettino di Padova:

Martedì 24 Febbraio 2009,
«Cosa rispondo all’iniziativa lanciata su facebook dal gruppetto di studenti? Che i muri bianchi non fanno pensare». I leader del centro Pedro, Max Gallob, replica agli universitari che manifesteranno domani chiedendo “muri-puliti”, citando una frase del maggio francese sessantottino. Quando gli studenti della Sorbona scendevano sulle strade del Quartiere latino di Parigi inneggiando al potere della fantasia. «E comunque posso annunciare che a scrivere sulla carta – dice Max Gallob – ci saremo anche noi, magari per annotare qualche frase contro il decreto-Gelmini, che mi sembra il vero problema con cui oggi devono confrontarsi gli studenti. In ogni caso, come dimostrano gli studenti che si sono “incontrati” su internet, i modi di comunicare sono molteplici e nessuno esclude l’altro». Intanto sempre domani, alle 16, nel cortile Nuovo di palazzo del Bo gli universitari dell’”Onda” torneranno a riunirsi per riprendere le mobilitazioni anti-Gelmini e anti-rettore.
«Lo spirito dell’”Onda” – spiegano –, dopo una breve pausa, sta riprendendo vigore. Siamo pronti a proporre nuove manifestazioni in vista dell’inaugurazione dell’anno accademico, contro il nuovo decreto firmato dal ministro Gelmini e contro il rettore Milanesi che assieme ad Aquis l’ha sostenuto».

ma il preside a che pensa?

che sia un figlio del 68?


dal Gazzettino di Padova

Martedì 24 Febbraio 2009,
«Quella lanciata dagli studenti mi sembra una maniera abbastanza simpatica per prendere le distanze dal comportamento di chi scrive sui muri dei nostri palazzi. L’importante è che non diventi un momento di conflitto». Il preside della Facoltà di Scienze politiche, Gianni Riccamboni, commenta così la manifestazione “Scrivi sulla carta, non sui muri. Frasi di civiltà”, organizzata da un gruppo di universitari per protestare contro chi imbratta le pareti delle Facoltà del centro storico.
      «Per ripulire le facciate degli edifici dalle frasi composte con la vernice spray – aggiunge il preside della Facoltà di via del Santo – si spendono soldi, che provengono anche dalle tasse degli stessi studenti, e che potrebbero invece essere impiegati più utilmente in altri capitoli di spesa, e che l’università deve prelevare dal proprio bilancio».
      E ad intervenire sul fenomeno dei murales politici universitari è anche il preside della Facoltà di Lettere, Paolo Bettiolo: «Dopo alcuni mesi di quiete, le scritte su palazzo Liviano sono improvvisamente ricomparse in rapida successione. Ho chiesto ai ragazzi dell’”Onda”, proprio durante un recente incontro, di evitare di scrivere sui muri della Facoltà, considerato soprattutto il grande investimento fatto dall’ateneo per ristrutturare l’edificio».

venerdì 20 febbraio 2009

senza parole

3 fermi in nove giorni...

leggi l'articolo integrale

Terzo arresto in una settimana per un tunisino da parte degli uomini della questura di Padova che
attendono l'esito della udienza di convalida, fissata per domani, per capire se il nordafricano - Ziad Apipa, clandestino di 25 anni - rimarrà in carcere o tornerà in libertà come nei casi precedenti.
Il tunisino, entrato illegalmente in Italia sbarcando a Lampedusa il 6 novembre scorso, è stato arrestato la prima volta l'11 febbraio: aveva in tasca quattro grammi di droga, oltre alla lettera firmata dal questore di Agrigento che gli intimava di lasciare l'Italia....

venerdì 13 febbraio 2009

si vendono meno auto

eccheccavolo, mica potevamo cambiare machcina ogni due anni per sempre per far contenti fiat e volkswagen, se la mia macchina va da A a B per che' devo cambiarla? per non inquinare? che bufala!
se si vendono meno auto vuol dire che non servono, o no?
forse se ne facevano meno ora non avrebbero questi crolli a picco.
Avidi.

- leggi il Corriere -

giovedì 12 febbraio 2009

eccoli i prodi

scontri a Padova


eccoli i pacifici antifascisti, piu' fascisti dei fascisti, a lavorare dovrebbero essere, ma lavori forzati

proprio non ci arrivano

quelli dell'onda animale prorpio non ci arrivano.
si chiedono, come mai loro, che non erano autorizzati, sian stati caricati, mentre queli di FN , autorizzati, no.
si' ma se non lo capsicono e' meglio metterli ai lavori forzati, non so spaccare pietre, per esempio, e' una cosa che anche questi sono in grado di fare secondo me, forse i piu' svegli potrebbero cucire jeans o palloni, ma non so.

dal Gazzettino di Padova

Giovedì 12 Febbraio 2009, (M.B.) Un presidio davanti al Tribunale per esprimere solidarietà al loro compagno arrestato dalla Polizia durante gli scontri di martedì. E’ quello che ieri mattina hanno organizzato gli universitari appartenenti al movimento dell’”Onda”.
«Abbiamo atteso la decisione del giudice – ha spiegato Sebastian Kohlscheen, studente di Scienze politiche – che con nostra grande delusione non ha ritirato il provvedimento restrittivo nei confronti di Davide. A questo punto noi proseguiremo la nostra mobilitazione chiedendo la liberazione del nostro compagno».
Mobilitazione che gli studenti dell’”Onda” e i giovani del centro Pedro hanno subito cominciato ieri sera in piazza delle Erbe, dove a manifestare, in questo caso per aver dovuto spostare un incontro culturale sul tema delle Foibe che si sarebbe dovuto svolgere al Cafè au livre di via Zabarella, sono scesi anche i militanti dell’area legata al Gramigna.
«Ci ha fatto piacere constatare – ha ripreso Sebastian Kohlscheen – che ieri mattina, davanti al Tribunale, la composizione studentesca era molto vasta e non faceva riferimento solo ai giovani dell’”Onda”. Abbiamo poi ribadito la gravità di quanto accaduto martedì mattina, quando noi esponenti anti-fascisti siamo stati caricati, feriti e arrestati, mentre ai rappresentanti di Forza Nuova è stato lasciato libero accesso alla piazza e all’Università».
E proprio contro i vertici del Bo punta il dito l’”Onda”: «Quanto accaduto è anche colpa del rettore Milanesi – termina lo studente di Scienze politiche – Non possiamo stare zitti di fronte a quanto accaduto».
«Queste giornate – ha aggiunto il leader del Collettivo di Scienze politiche, Omid Firouzi – sono importanti perché hanno riacceso lo spirito dell’”Onda”. Mercoledì prossimo organizzeremo un’assemblea di Ateneo in cui discuteremo dei fatti accaduti in questi giorni, ma soprattutto della condizione dell’università e della sua gestione».
Senza escludere eventuali prossime occupazioni: «Chiederemo, da marzo – termina Firouzi -, a Scienze politiche, un’aula auto-gestita e l’apertura della Facoltà per alcune notti bianche».

dai che forse, ma forse, almeno uno paga

ma leggete i precedenti di questo "ragazzo che passava per caso", ai lavori forzati lui e la gente come lui.

dal Gazzettino di Padova:

È pericoloso: convalidato l’arresto
Fontolan ai domiciliari. Il 18 febbraio verrà giudicato con rito direttissimo

Giovedì 12 Febbraio 2009,
È stato convalidato l’arresto di Davide Fontolan, bloccato dalla polizia per violenza e resistenza a pubblico ufficiale martedì mattina durante le manifestazioni del Giorno del Ricordo. Il trentunenne padovano, già noto agli investigatori della Digos, ieri mattina è comparso davanti ai giudici del Tribunale collegiale, presieduti da Lara Fortuna, per essere processato con rito direttissimo. L’avvocato Aurora D’Agostino, difensore dell’imputato, ha chiesto i termini a difesa. Il Tribunale ha convalidato l’arresto, ma non l’ha scarcerato. Gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Fontolan ha dei precedenti specifici e i giudici lo hanno ritenuto socialmente pericoloso. Il processo verrà celebrato il 18 febbraio. A rappresentare l’accusa in aula c’era il pubblico ministero Federica Baccaglini. I giudici hanno ascoltato il vicequestore Marco Calì, dirigente della Squadra mobile, che ha provveduto all’arresto del giovane. Fontolan si è difeso. Dice che non ha colpito con un pugno al volto un dirigente della Divisione anticrimine. Sostiene che le nei filmati lo si vedrà con le mani alzate perchè cercava di difendersi dall’attacco della polizia. Perchè si trovava con il Collettivo? Dice che passava di lì, casualmente, e si è unito agli amici. Di diverso tenore la deposizione del vicequestore Calì. I fatti verranno ricostruiti durante il processo.
I questi ultimi anni gli investigatori della Digos avevano in qualche modo perso le tracce di Fontolan. Nel 2002 era stato denunciato per resistenza e radunata sediziosa, sempre nello stesso anno denunciato per turbata attività del commercio, nel 2004 denunciato per ingiuria a pubblico ufficiale e per concorso in estorsione, poi denunciato anche per detenzione di droga a scopo di spaccio (era stato trovato con 28 grammi di hascisc), infine denunciato per l’invasione del palazzo delle Debite, in piazza delle Erbe, ex sede dell’Inps.
Il Collettivo voleva impedire il presidio autorizzato organizzato dai militanti di Forza Nuova, i quali intendevano ricordare proprio davanti al Palazzo del Bo le vittime delle foibe, in memoria delle quali hanno depositato un mazzo di fiori. Ma la situazione è ben presto degenerata perchè una ventina di esponenti del Collettivo di Scienze Politiche ha aggirato l’edificio dell'Ateneo, intrufolandosi in via Cesare Battisti, da dove ha lanciato le transenne metalliche contro le forze dell’ordine.

mercoledì 11 febbraio 2009

sondaggio Gazzettino

dal Gazzettino (Nazionale)

Il sondaggio. Padova città del crimine,
Trieste l'isola felice del Nordest

La classifica dei capoluoghi meno sicuri,
ecco come hanno votato i lettori di Gazzettino.it

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VENEZIA (11 febbraio) - È Padova la città meno sicura del Veneto secondo i lettori del Gazzettino.it che hanno partecipato al nostro sondaggio. La città del Santo si guadagna questo triste primato con il 69,8% dei voti, seguita da Verona e Treviso. A sorpresa, le province più tranquille sono quelle del Friuli Venezia Giulia: Trieste la meno pericolosa in assoluto, preceduta da Udine e Gorizia.
Il primato: Padova dunque si aggiudica la corona nera della peggior provincia veneta e friulana a livello di sicurezza: su un totale di 3.531 lettori, 2.466 persone hanno deciso di votare per la città del Santo come la meno sicura del Nordest.

Di certo gli ultimi episodi di cronaca hanno contribuito a gettare ombre su questo capoluogo: l'ultimo in ordine di tempo è quello capitato ad un artigiano di San Giorgio in Bosco, aggredito in casa in piena notte da sei uomini mascherati e torturato con delle pinze. L'altro drammatico fatto è stato lo stupro di gruppo ai danni di una ragazza a Piove di Sacco, una vicenda che ha sconvolto gli animi dei padovani, già provati da una precedente aggressione contro due fidanzati, avvenuta in pieno centro storico. La paura dell'altro è cresciuta, si è insinuata negli animi, i tanti giovani che da sempre affollano le piazze hanno cominciato a disertare le uscite, come nel caso di alcune ragazze che, al posto di cenare in un ristorantino del centro, hanno optato per un altro locale di periferia, dove fosse possibile parcheggiare di fronte al ristorante, in modo da non dover camminare a lungo da sole. E così, nel giro di una manciata di mesi, Padova si è trovata defraudata della sua identità di città universitaria, vivace, allegra. La città del santo si è guardata allo specchio e ha visto solo vicoli bui, potenziali nascondigli per aggressori, rapinatori, spacciatori.

Secondo posto: anche Verona fa paura. Lo dicono i 359 voti, ossia il 10,2% delle preferenze. Lo stacco rispetto ai numeri di Padova è evidente, ciò non toglie che Verona si sia guadagnata il secondo posto: è qui che Nicola Tommasoli è stato picchiato e ucciso in pieno centro da alcuni coetanei per una misera sigaretta, simbolo però di qualcos'altro: l'intolleranza che serpeggia fra alcuni giovani. A far la parte dei prepotenti, in questa città, sono i ragazzotti delle frange più estremiste della destra. Gli stessi che hanno picchiato due fidanzati a due passi dall'Arena. È proprio qui che l'idea del "branco", del gruppo di cani sciolti, capaci di aggredire i più indifesi, fa chiudere le persiane agli abitanti e li obbliga a rimanere chiusi dentro casa. Nella città di Tosi, alfiere della Lega e sindaco fra i più amati d'Italia, non è la prostituzione - pallino di Tosi, oramai famoso per le sue ordinanze anti-prostituzione - il problema che i cittadini percepiscono come il peggiore: è la scelleratezza dei figli sbandati, dei ragazzi "normali", capaci di tramutarsi in belve per delle sciocchezze, a mettere in allarme gli abitanti.

Bronzo a Treviso. Un'altra roccaforte della Lega cade sotto i colpi del sondaggio: con 192 voti, ossia il 5,4% delle preferenze, il capoluogo della Marca entra nel trittico delle città meno sicure. Basti pensare all'assurdo, quasi inconcepibile, caso del ragazzo disabile seviziato e filmato per 15 giorni da alcuni giostrai. Un episodio eclatante che salta agli occhi in questa città, nella quale è la microcriminalità a farla da padrone, soprattutto per mano di stranieri. E proprio su questi ultimi si concentrano gli occhi dei cittadini: lo straniero viene spesso visto come il delinquente per antonomasia. Tant'è che non stupisce il fatto che una ragazzina, pur di coprire una marachella, sia arrivata ad inventarsi una banda di stranieri violentatori liberi di circolare per la città. Una bugia dalle gambe corte che, tuttavia, la dice lunga sui pensieri consci o meno dei trevigiani. Eppure anceh qui, come a Verona, sono i figli della città che spesso e volentieri si tramutano in bulli o piccoli delinquenti: l'ultima notizia di cronaca in questo senso riguarda alcuni minorenni di una scuola professionale, indagati perché, secondo le accuse, sarebbero arrivati al punto di seviziare e torturare un compagno di classe.

I numeri scendono drasticamente per le altre città: al quarto posto troviamo Venezia (170 voti, il 4,8% delle preferenze), al quinto Pordenone, l'unica città del Friuli così alta nella classifica dell'insicurezza (70 voti, 2%). Sesta postazione per Belluno (59 voti, 1,7%), seguono Rovigo (56 voti, 1,6%) e Vicenza (56 voti, 1,6%).

Ed eccoci arrivati alle ultime tre, le città più virtuose in fatto di sicurezza, tutte friulane: Gorizia (36 voti, 1%), Udine (34 voti, 1%), e infine l'Eden del Nordest, Trieste (33 voti, 0,9%).

una razza una fazza

Vicenza. “No Dal Molin", nuova protesta
La rabbia dei commercianti: «Ora basta»

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VICENZA (11 febbraio) - Torneranno a protestare in centro a Vicenza sabato prossimo, giorno di San Valentino, gli attivisti del comitato “No Dal Molin” che si oppongono all'ampliamento della base e che preannunciano un corteo che si muoverà da piazza dei Signori.
Dopo le tensioni di ieri con la polizia chiamata a presidiare parte della città la nuova manifestazione potrebbe ora scavare un nuovo solco tra contestatori e vicentini. La nuova iniziativa infatti starebbe sollevando le proteste di quanti si oppongono a fare del centro storico un teatro di contestazione.

Sono i commercianti, per primi, a sentirsi preoccupati per la nuova iniziativa fissata in un giorno di grande sviluppo commerciale come il sabato dedicato alla festa degli innamorati. «L'eventuale manifestazione - sostiene Antonio Santagiuliana responsabile dell'associazione Vetrine del Centro - andrebbe contro le promesse che il sindaco Variati ci aveva fatto sull'esclusione del centro storico da ogni nuova manifestazione. Siamo pronti a una fortissima protesta contro il Comune e il sindaco che si dimostrerebbero molto deboli nei confronti del comitato No Dal Molin».

richiesta di provvedimenti

richiesta di provvedimenti contro l'onda di anormali da parte di Ascierto, un po' tardi secondo me, ma meglio tardi che mai.

dal Gazzettino di Padova dell'11 febbrajo 2009

«Presenterò immediatamente un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per sapere quali sono i provvedimenti che intenderà prendere nei confronti dei militanti dei centri sociali di Padova che con le loro azioni turbano costantemente l’ordine pubblico e la sicurezza della città».
Dopo gli scontri che ieri mattina hanno contrapposto i giovani dell’”onda universitaria” e quelli “no-logo” (che fanno riferimento al centro Pedro), contro le forze dell’ordine, l’onorevole del Pdl-Alleanza nazionale, Filippo Ascierto, chiede vengano prese misure severe nei loro confronti: «Con questi signori è scaduto il tempo delle giustificazioni. A Padova, anche in questo caso, è arrivato il momento di voltare pagina e di fare pulizia. Il centro Pedro deve essere chiuso, perché non è più tollerabile che la città sia ostaggio di certi personaggi che praticano sempre violenza e prevaricazione su chi esprime idee differenti dalle loro». E l’attacco nei confronti del centro sociale di via Bernina è frontale. «I militanti del Pedro – tuona il parlamentare di An – pensano di essere i padroni delle piazze e del centro storico. Pretendono di condizionare ogni attività o manifestazione di pensiero. Gli scontri che hanno provocato sono inaccettabili. Tanto più in un momento di celebrazioni istituzionali in cui si ricordavano le migliaia di infoibati dimenticati per anni dalla storia».
«Questi moderni “titini” – chiude Filippo Ascierto – che predicano l’anti-razzismo e la tolleranza hanno invece, per l’ennesima volta, disturbato la tranquillità del centro di Padova e di quanti volevano ricordare le persone giustiziate nelle foibe e gli esuli. Un comportamento inconcepibile».

ricordiamo

dal Gazzettino di Padova:

Mercoledì 11 Febbraio 2009, La memoria talvolta è scomoda. Soprattutto se riguarda le foibe. E nel Giorno del Ricordo il solito drappello di "rossi" ha inscenato una caciara contro il presidio autorizzato organizzato dai militanti di Forza Nuova. A colpi di petardi, grossi come candelotti, i manifestanti hanno cercato di raggiungere il listòn per ribadire che la città è cosa loro e non della destra.
La gazzarra, che ovviamente ha finito per disturbare e togliere visibilità alla commemorazione della Giornata del Ricordo, come da copione è presto degenerata in scontro aperto con le forze dell’ordine. Una ventina di esponenti del Collettivo di Scienze Politiche, ha aggirato il palazzo del Bo, intrufolandosi in via Cesare Battisti. Le transenne sono state scagliate contro lo sbarramento di poliziotti. Inevitabile la carica di alleggerimento. Dal gruppo si è staccato Davide Fontolan, trentunenne, che ha colpito con un diretto al volto un dirigente della Divisione anticrimine della Questura. Mentre gli agenti caricavano, spingendo i manifestanti verso le riviere, il "pugile" è stato acciuffato all’altezza dell’edicola e ammanettato. Arresto in flagranza per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il drappello ha rovesciato cassonetti, buttato a terra scooter e ciclomotori. Una seconda carica ha definitivamente messo in fuga i manifestanti che si sono dispersi.
Davide Fontolan vanta un discreto pédigree. Denunciato nel 2002 per resistenza e radunata sediziosa, sempre nello stesso anno denunciato per turbata attività del commercio, nel 2004 denunciato per ingiuria a pubblico ufficiale e per concorso in estorsione, poi denunciato anche per detenzione di droga a scopo di spaccio (era stato trovato con 28 grammi di hascisc), infine denunciato per l’invasione del palazzo delle Debite, in piazza delle Erbe, ex sede dell’Inps. L’arresto è stato comunicato al pubblico ministero Federica Baccaglini.
G.Colt.

altro che onda anomala

altro che onda anomala.
piu' che altro un'ondata di anormali.
o di animali?

dal Gazzettino di Padova:
Mercoledì 11 Febbraio 2009, (M.B.) Dopo gli scontri con Polizia e Carabinieri in via Cesare Battisti, gli studenti dell’”Onda anomala”, così come si definiscono i collettivi universitari dopo la protesta anti-Gelmini dell’autunno scorso, si sono ritrovati nell’aula P della Facoltà di Scienze politiche di via del Santo. Prima di iniziare la conferenza-stampa hanno aperto un lungo striscione con la scritta: “L’Università è anti-fascista”. Firmato: “Onda anomala-Padova”.
«Quella che abbiamo subìto da parte delle forze dell’ordine è stata una vera e propria caccia all’uomo», ha spiegato Sebastian, studente di Scienze politiche. Che poi ha raccontato la dinamica - vista dalla parte dei Collettivi - dello scontro con gli uomini del reparto Celere e con quelli dei Carabinieri: «Abbiamo tentato di impedire il presidio fascista organizzato davanti al Bo dai militanti di Forza Nuova. Siamo arrivati dal Canton del Gallo, ma la polizia ci ha respinto».
«A quel punto – ha continuato Sebastian – abbiamo cercato un altro passaggio, ma quando siamo arrivati in via Cesare Battisti cercando di dirigerci verso il Bo siamo stati “caricati”. Ed è stata una vera e propria caccia all’uomo. Alcuni di noi infatti sono stati inseguiti e anche feriti».
«La nostra iniziativa – ha terminato l’universitario – non riguardava le Foibe, un tema delicato che merita altri momenti di confronto e discussione. Noi siamo scesi in piazza per impedire che dei fascisti, razzisti intolleranti, come i militanti di Forza Nuova parlassero davanti all’ateneo».
«Forza Nuova – riprende Davide, altro studente alla Facoltà di via del Santo – non può avere legittimità politica a Padova. Perché ai fascisti è stato concesso il centro della città, mentre noi studenti siamo stati caricati. Il sindaco Zanonato da che parte sta? Lui e il Questore devono prendersi la responsabilità di quanto è accaduto. E vorremmo capire se sarà questo il modo in cui gestiranno la sicurezza in vista delle elezioni e delle prossime mobilitazioni di piazza».
Ieri sera il “Giorno del Ricordo” delle vittime delle Foibe è stato celebrato anche con una fiaccolata da parte dei militanti dei movimenti Fiamma Tricolore, La Destra, Veneto Fronte Skinheads, Blocco Studentesco e CasaPound, in via Oberdan. Circa 150 i manifestanti, sotto il controllo di polizia e carabinieri con i mezzi blindati. Nessun disordine. Al termine della fiaccolata, i militanti sono stati scortati sino alle loro auto, verso piazzale Boschetti. Intanto, i collettivi dell’”Onda Anomala” alle 19, dopo una riunione a Scienze politiche, hanno raggiunto palazzo Liviano appendendo sulla facciata del Bo lo striscione “L’Università è anti-razzista”.

vergogna

dal Gzzettino di Padova (pagina 1)

Mercoledì 11 Febbraio 2009, Vergognatevi. Vergognatevi per avere ignobilmente usato e strumentalizzato il Giorno del Ricordo per i vostri scontri di piazza, per le vostre rivendicazioni che nulla - ribadiamo nulla di nulla - avevano a che fare con la commovente cerimonia che si stava svolgendo nel palazzo della Ragione.
Vergognatevi di avere oltraggiato la memoria di migliaia di morti gettati nelle foibe e nel mare di Dalmazia; di avere insultato il dolore composto e silenzioso di chi stava ricordando queste vittime e stava rivivendo la tragedia dei 350 mila esuli giuliani, istriani e dalmati; di aver offeso chi stava ricevendo dalle autorità cittadine la medaglia del Presidente della Repubblica, che onora i famigliari uccisi, proprio nello stesso momento in cui Napolitano a Roma, in un’analoga cerimonia, parlava del valore del Giorno del Ricordo, lontano da qualsiasi revanscismo e nazionalismo.
Vergognatevi per aver calpestato un capitolo della Storia di questo Paese, che ben poco conoscete, anzi, ne siamo sicuri, che non conoscete per nulla. Da qui ancora più bieco e pretestuoso il vostro comportamento. Vergognatevi per avere ancora una volta costretto la città a uno spiegamento di forze dell’ordine, che hanno dovuto vietare a tutti l’acceso al liston per alcune ore, e contenere la vostra violenza.
Se siete capaci di un gesto di civiltà, chiedete scusa.
M.Z.

giorno del ricordo

dal Gazzettino di Padova

La commemorazione del Giorno del ricordo infangata dagli scontri tra no-logo e polizia
Foibe, guerriglia in centro
I "pedrini" volevano attaccare il presidio dei militanti di Forza Nuova

Mercoledì 11 Febbraio 2009,
Il Giorno del Ricordo infangato dai tafferugli sul listòn.
Un drappello di "no-logo" ha preso di mira i manifestanti (autorizzati) di Forza Nuova che avevano organizzato un presidio "in ricordo del vero e proprio genocidio perpetrato nei confronti degli italiani trucidati e dei tanti esuli giuliani, istriani e dalmati". La zona era transennata e vigilata dalle forze dell’ordine. Così i disobbedienti se la son presa con la polizia a colpi di petardi, grossi come candelotti, insulti e spinte. La gazzarra è degenerata in scontro aperto con le forze dell’ordine. Una ventina di esponenti del Collettivo di Scienze Politiche ha aggirato il palazzo del Bo, intrufolandosi in via Cesare Battisti. Le transenne sono state scagliate contro lo sbarramento di poliziotti. Inevitabile la carica di alleggerimento. Dal gruppo si è staccato Davide Fontolan, trentunenne (subito fermato), che ha colpito con un diretto al volto un dirigente della Questura.
L’onorevole Filippo Ascierto parla di «misura colma» e annuncia un’immediata interrogazione parlamentare su quanto accaduto. «A Padova - dice - è ora di cambiare pagina: i pedrini pensano di essere i padroni della città: bisogna dimostrare che si bagliano!»
Da registrare l’amarezza degli esuli padovani. «La cerimonia del Giorno del Ricordo - commenta Italia Giacca, presidente dell’associazione - è stata vissuta con tanta commozione da parte di noi esuli in un clima di partecipazione e sensibilità da parte delle autorità civili e militari. La cerimonia solenne è avvenuta nel prestigioso salone del Palazzo della Ragione, fuori, purtroppo, si consumavano dei tafferugli. Siamo profondamente amareggiati e tristi perchè questo nostro Giorno del Ricordo è stato inquinato, reso oggetto di strumentalizzazione politica, aspetto avulso dal nostro pensiero. Ribadisco quanto detto nel discorso ufficiale, per noi Giorno del Ricordo non è giorno di polemica, non rivendicazione, non revanscismo, ma solo memoria e dolore: ai nostri morti la pietas e l’onore, a noi esuli il rispetto per la nostra sofferenza».

martedì 10 febbraio 2009

i soliti imbecilli

dal Gazzettino del 10-02-2009

PADOVA (10 febbraio) - Ci sono stati scontri fra la polizia e 40 studenti universitari vicini al "Pedro" questa mattina, in occasione della giornata del ricordo delle vittime delle foibe. Spintoni e grossi petardi sono stati lanciati sugli agenti. Gli incidenti sono avvenuti nei pressi del Palazzo del Bo, sede del rettorato, quando i manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell'ordine per impedire il presidio autorizzato di Forza Nuova, che il movimento di estrema destra ha organizzato davanti all'università in ricordo delle vittime delle foibe.

La polizia è intervenuta con alcune cariche di alleggerimentò e i disobbedienti del Collettivo di Scienze politiche hanno risposto prima lanciando grossi petardi contro gli agenti, poi rovesciando cassonetti e scooter con i quali hanno alzato due barricate. I manifestanti sono quindi stati dispersi dalle forze dell'ordine e secondo le prime informazioni ci sarebbe almeno un fermo.

sabato 7 febbraio 2009

riconoscimento dovuto

«Per noi è un grande riconoscimento»
Denis Menegazzo (Comitato Pescarotto) aveva organizzato nel 2005 la prima pattuglia di quartiere

Sabato 7 Febbraio 2009,
E se le ronde da "verde Padania" ora si tingessero d’azzurro? La proposta, dopo l’approvazione in Senato dell’articolo 46 del pacchetto-sicurezza del governo Berlusconi, che segna il riconoscimento giuridico delle ronde, è arrivata giovedì dai consiglieri regionali di Forza Italia, Remo Sernagiotto e Dario Bond. Pronta la replica dei forzisti di palazzo Moroni.
«Non credo – esordisce Domenico Menorello – ci sia bisogno di organizzarle. Mi sembra infatti ci abbiano già pensato i comitati cittadini. Noi, semmai, potremmo adoperarci per organizzare un incontro tra Prefetto, responsabili delle forze dell’ordine, e cittadini per capire come queste ronde potrebbero rappresentare un aiuto nel monitoraggio del territorio». Poi aggiunge: «L’iniziativa del nostro gruppo regionale mi lascia molto perplesso. Organizzare le ronde non è da partito di governo. E stiamo attenti a non strumentalizzare i cittadini e a non scimmiottare troppo la Lega Nord». Cittadini che però esprimono grande soddisfazione per la decisione del governo.
«Per noi è un grande riconoscimento – dice il presidente del comitato Pescarotto, Denis Menegazzo, che ha lanciato la prima ronda di quartiere nel 2005 – Se qualche comitato di zona volesse dei consigli su come organizzare il monitoraggio del proprio rione noi siamo a loro disposizione».
«Se le ronde vengono istituzionalizzate e servono a migliorare la sicurezza dei quartieri e a sconfiggere il degrado – spiega il vice presidente del comitato Stanga, Luigi Tarzia – ben vengano».
È invece piuttosto freddo nei confronti della proposta dei consiglieri regionali Bond e Sernagiotto appare anche il capogruppo di Forza Italia verso il Pdl nel Consiglio di Palazzo Moroni, Rocco Bordin: «Se quella arrivata dalla Regione è una provocazione per stanare la sinistra che in molte città del Veneto - Padova in primis - finge che l’emergenza-sicurezza non esista, mi sta bene. Se invece l’appello alle ronde "azzurre" vuole rappresentare la soluzione al problema, allora la cosa non mi trova d’accordo».
Ma il più critico nei confronti dei suoi colleghi di partito che con lui dividono i banchi del parlamentino regionale è Leonardo Padrin. «Non condivido l’iniziativa di Bond e Sernagiotto – taglia corto il consigliere regionale di Forza Italia – Riconoscere le "ronde di partito" è come ammettere il fallimento dello Stato e delle sue istituzioni. È una cosa che non esiste. Pura demagogia. L’ordine pubblico si migliora aumentando i fondi per le forze dell’ordine o utilizzando in certi casi l’esercito».
Da Alleanza nazionale invece arriva l’apertura di Raffaele Zanon: «Ritengo vada colta l’opportunità data dal nuovo decreto legge sulla sicurezza perchè quelle che io definisco "mobilitazioni civiche" possano essere organizzate nell’ambito della legalità, senza dare luogo a faziose interpretazioni soprattutto da parte di una certa sinistra. Nei prossimi giorni attiveremo un numero telefonico e dei riferimenti sul web per raccogliere le adesioni dei cittadini».
Idea che il segretario cittadino della Lega Nord, Leandro Comacchio commenta così: «Forza Italia e An sulle ronde sono arrivati talmente tardi che la nostra battaglia, cominciata ormai due anni fa, ormai l’abbiamo vinta in Parlamento. Mi sembrano come quei ciclisti che arrivati fuori tempo massimo, tagliano il traguardo quando tutti gli altri sono già in albergo».
Matteo Bernardini

il racconto del protagonista

Giorgetti: «Io, vittima dei soliti prepotenti»
«Per ora ho raccontato alla Digos quanto mi è accaduto mercoledì in piazza, poi penserò a una eventuale denuncia»

Sabato 7 Febbraio 2009,
Rimane ancora alta la tensione politica creata dalla spinellata di massa organizzata dai no logo mercoledì sera in piazza delle Erbe, per combattere il proibizionismo e l’ordinanza anti-spaccio targata Flavio Zanonato. Nel corso della manifestazione, andata in scena appena dopo le 22, l’assessore provinciale alla Cultura Massimo Giorgetti del Pdl transitando per la piazza sarebbe stato aggredito da alcuni giovani. «Mi hanno dato dei calci e aperto una lattina di birra sulla faccia» aveva dichiarato quella stessa sera l’esponente del centro-destra. Poi piuttosto scosso era tornato a palazzo Santo Stefano per riprendersi l’auto. Ieri mattina Massimo Giorgetti, all’ora di pranzo, si è recato in questura per verbalizzare davanti agli agenti della Digos quanto gli è accaduto mercoledì sera in piazza delle Erbe. «Per ora - ha affermato l’assessore provinciale alla Cultura - ho solo raccontato alla polizia l’aggressione che ho subito mercoledì in piazza. In pratica è stato scritto un verbale e nulla di più. Ho visionato una serie di filmati per capire se riconoscevo i miei aggressori, ma sinceramente non ho mai visto prima dell’altra sera i giovani che mi hanno accerchiato. Non ho ancora - ha sottolineato Giorgetti - provveduto a presentare una querela e nelle prossime ore penserò come agire». L’assessore per legge ha tempo novanta giorni da quando ha subito la presunta aggressione per esporre denuncia. Intanto i no logo potrebbero venire incriminati per istigazione al consumo di sostanze stupefacenti, dato che durante la manifestazione hanno ripetutamente invitato le centinaia di ragazzi presenti a fumarsi una "canna".
Marco Aldighieri

sostegno bipartisana Giorgetii

dal Gazzettino di Padova

Sabato 7 Febbraio 2009, Oltre alla solidarietà, dovuta e per nulla formale, all'amico Massimo Giorgetti, è doveroso esprimere una ferma condanna di quello che è successo nel pieno centro di Padova. Siamo costretti a registrare, ancora una volta, un atteggiamento del tutto intollerante da parte della sinistra. Giorgetti, agli occhi dei suoi aggressori, aveva il solo torto di non pensarla come loro, e di appartenere ad uno schieramento politico diverso. Di fronte ad atti come questi serve una condanna univoca e ferma da parte di tutto l'arco costituzionale, senza cercare motivazioni o addurre scuse come invece da qualche parte si è letto in questi giorni.
Marino Zorzato

Lorena Milanato

coordinamento reg. PdL

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L'ignobile violenza verbale e fisica cui è stato sottoposto l'assessore Giorgetti, nel centro di Padova, non ha nè motivazioni nè giustificazioni. Siamo di fronte , purtroppo, ai soliti gruppetti organizzati dei centri socilai che cercano di imporre la propria esistenza con atteggiamenti e azioni violente, visto che probabilmente non sono in grado di produrre consenso e interesse con l'uso della ragione e del confronto democratico. All'assessore Giorgetti va la nostra solidarietà.
Antonino Pipitone

coordinatore Italia dei Valori, Padova

giovedì 5 febbraio 2009

bravi ragazzi

ebbene, gli imbelli del pedro si son dimostrati per quello che sono, magari leggetevi quello che il gallo del pollajo pedrino dice non servire al fine della sicurezza.
che gente...

dal Gazzettino di Padova

UDC?

Unica Dipendenza Chocolat?
riferito al film.
ripulire i siti pericolosi... ma va va.
questi veramente son come quei bigotti che poi tornano a casa si metotno la tuta in pelle e frustano l'amichetto per proprio piacere.

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sindaco muratore morbido

se ne sono accorti anche altri della stupoidaggine del sindaco

dal Gazzettino di Padova
Giovedì 5 Febbraio 2009, «Il sindaco dichiara, riferendosi alla “spinellata” dei disobbedienti, che “lascerà fare”, sottendendo che nei loro confronti non verrà applicata alcuna sanzione. Bene, allora dobbiamo dedurre che quando in città qualcuno manifesterà l’amministrazione abolirà temporaneamente ordinanze e divieti».

continua

Spinelli? Li lasceremo fare

e viene fuori il vero zanonato... se non sa cosa fare non fa nulla e poi, come non bastasse, si comporta come la volpe con l'uva.
tossici che lo sfidano? lui si gira dall'altra parte e dice che non importa, in fondo lui e' il sindaco muratore...
che sindaco!

dal gazzettino di Padova di oggi

Il sindaco annuncia che non è preoccupato per l’iniziativa di stasera dei no global. «E’ solo una manifestazione come un’altra»
Zanonato: «Spinelli? Li lasceremo fare»
La D’Agostino: «Mi hanno contestato di usare stupefacente senza aggiungermi la multa di 500 euro. Andrò al Sert»
Mercoledì 4 Febbraio 2009,
«Anche quello di stasera per i contestatori sarà un modo per farsi vedere. Per avere un po’ di visibilità. Per quanto mi riguarda, si tratta di una manifestazione come qualsiasi altra e quindi non mi disturba».
Flavio Zanonato, quindi, non è preoccupato per quello che potrebbe succedere appunto questa sera in Piazza Erbe, visto che si tratta del primo mercoledì in cui il popolo dello spritz dovrà "convivere" con l’ordinanza anti spaccio firmata proprio dal sindaco, che prevede una maxi multa per chi verrà sorpreso con sostanze stupefacenti. E i disobbedienti hanno già fatto sapere di avere organizzato una "spinellata" per contestare il provvedimento, all’insegna dello slogan "multateci tutti".
«Certo - aggiunge il primo cittadino - sarebbe stato bello che chi non è d’accordo, invece di protestare mi avesse fatto delle proposte concrete per sconfiggere lo spaccio. Così non è stato e finora sono arrivate solamente provocazioni. Comunque ribadisco per l’ennesima volta che il compito di tutelare l’ordine pubblico non è del sindaco, ma dello Stato e all’amministrazione spetta quello di collaborare per la sicurezza. A Padova sono stati raggiunti eccezionali risultati sul fronte della lotta allo spaccio, grazie all’impegno profuso dalle forze dell’ordine. Aggiungo, poi, che se gli immigrati sono nella nostra città, non sono certo io che li faccio arrivare».
Quanto alla situazione padovana, Zanonato ha aggiunto: «Qui - ha proseguito il sindaco - l’offerta di droga è sovrabbondante rispetto alla domanda, perché abbiamo visto che anche di fronte a maxi sequestri di sostanze stupefacenti, i quantitativi che restano in circolazione rimangono comunque ingenti. Gli spacciatori hanno problemi di reddito, sono disperati e sanno benissimo che in prigione non ci resteranno mai, perché la legge è quella che è. A noi non resta che usare le armi che abbiamo: educare i giovani a non consumare sostanze e multare coloro che vengono trovati con la droga. Fermo restando che con il mio provvedimento non ho certo la pretesa di risolvere definitivamente il problema. Sto ricevendo numerose telefonate di approvazione: mi ha chiamato persino Vera Slepoj, che si è dichiarata perfettamente d’accordo con me nel lanciare un messaggio di questo genere ai nostri ragazzi».
A proposito dell’iniziativa di stasera dei no global, Zanonato ha concluso: «Non so se la faranno, anche perché a chi fuma gli spinelli viene ritirata la patente.- Sono curioso di vedere come andrà a finire. Penso che li lasceremo fare e che poi segnaleremo la questione alla Polizia e alla Prefettura».
In servizio in Piazza Erbe ci saranno sei agenti della Polizia Municipale in divisa e due in borghese, questi ultimi con il compito di filmare quello che succede.
Nicoletta Cozza