giovedì 5 marzo 2009

sui centri (a)sociali

dal Gazzettino del 5 marzo

LE LETTERE

Giovedì 5 Marzo 2009,
Basta iniziative
dei centri sociali
non autorizzate
Oggi, per i Centri Sociali è un diritto manifestare senza autorizzazione. Gli deve esser concesso di manifestare con armi e volti celati; possono lanciare bottiglie, fumogeni, petardi e bombe carta. Pretendono poi anche di valutare, con il loro metro di giudizio, se le disposizioni del Questore sono, o non sono, adeguate! Sabato 28 febbraio a Bergamo, nel pomeriggio, si è svolta l’inaugurazione autorizzata della sede di Forza Nuova. Alla rappresentazione di questi ultimi si è opposto un “corteo” non autorizzato dei Centri Sociali per osteggiare con fatti e parole quella che veniva proclamata “un’azione fascista”. Fin qui tutto farebbe parte di un gioco politico vecchio ed ozioso, ma in realtà vi sono delle novità. Si è raggiunto il paradosso: prima rappresentanti dei Centri Sociali, armati, hanno attaccato la Polizia e poi, trovatisi in difficoltà di fronte alla corretta e misurata azione dei poliziotti (parole del Prefetto di Bergamo) che, peraltro, hanno operato 2 arresti e 57 denunce, hanno ammesso di esser gli aggressori e di aver lanciato delle bottiglie, ma con l’attenuante di esser stati costretti ad “una reazione eccessiva”. Una quindicina gli operatori di polizia feriti negli scontri! Non è finita. I Centri Sociali, ad inchiesta della magistratura ancora aperta e con gli arresti convalidati, hanno potuto addirittura utilizzare, per la conferenza stampa, gli ambienti istituzionali del Comune di Bergamo come la sala Cutuli del Palazzo Frizzoni, lanciando accuse alla polizia ed al Questore. Il Siulp di Padova, testimone diretto dell’accaduto, segnala il rischio di come con il perpetuarsi di fatti del genere, si possa ricreare un clima politico teso stile anni settanta. Tutto ciò provoca ulteriori problemi di allarme per i cittadini casualmente presenti che, oltre a dover spesso sopportare danneggiamenti e ritorsioni da parte dei facinorosi, rischiano di essere scambiati per dimostranti con ciò che ne può conseguire. Situazioni come queste, nelle già precarie condizioni operative ed organizzative della Polizia, priva di adeguate tutele, vedono aumentati i rischi professionali e rendono sempre più insidiose le decisioni che i Questori della Repubblica sono tenuti a prendere anche nella contingenza dei fatti. La Polizia di Stato non fa ronde ma deve amministrare imparzialmente la sicurezza pubblica e questo compito fondamentale per la democrazia nel nostro Paese deve incontrare il rispetto di tutte le forze politiche. Rispetto nei confronti dell’Autorità Civile di Pubblica Sicurezza e dei suoi operatori. Il primo aprile 2009 ricorre il 28. anniversario della vigente Legge 121/1981 voluta pressoché da tutto l’arco parlamentare e recante “Nuovo Ordinamento dell'Amministrazione della pubblica Sicurezza”.
Graziano Candeo

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